Lavoro e formazione nel 2030: il futuro delle competenze e il valore dei mestieri del gusto

Lavoro e formazione nel 2030: il futuro delle competenze e il valore dei mestieri del gusto

Entro il 2030, il mondo del lavoro sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi.
Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, l’avanzata dell’intelligenza artificiale, l’automazione e la transizione verde porteranno a una profonda trasformazione del mercato del lavoro: si stima che 92 milioni di posti scompariranno, ma oltre 170 milioni di nuove posizioni verranno create.¹
Questo cambiamento non riguarda solo la quantità di lavoro, ma soprattutto la qualità delle competenze richieste.

Il peso dell’automazione

L’automazione non è una minaccia in sé, ma un acceleratore di trasformazioni.
Molti lavori ripetitivi o manuali verranno progressivamente sostituiti da sistemi intelligenti, mentre emergeranno ruoli legati all’analisi dei dati, alla sostenibilità e alle tecnologie alimentari.
Tuttavia, il WEF sottolinea che anche settori tradizionali come la ristorazione e l’artigianato gastronomico continueranno a richiedere abilità umane insostituibili: la capacità di percepire, creare e interpretare l’esperienza sensoriale e culturale del cibo.²

Competenze in trasformazione

Il dato più significativo riguarda le competenze: il 39% delle skill oggi richieste diventerà obsoleto entro il 2030
Questo significa che quasi quattro competenze su dieci non saranno più attuali.
A crescere, invece, sarà la richiesta di pensiero critico, resilienza, intelligenza emotiva, e soprattutto capacità di apprendere continuamente.
L’automazione cancella le mansioni, ma non sostituisce la curiosità, l’adattabilità e la creatività.

Secondo uno studio pubblicato su arXiv (Stephany & Teutloff, 2022), le competenze legate all’IA aumentano il salario medio dei lavoratori del 21%, proprio perché si integrano con saperi preesistenti e non li annullano.⁴
Il valore, quindi, nasce dalla combinazione tra conoscenza tecnica e sensibilità umana.

Il valore della formazione nel food

In questo scenario, i mestieri del gusto assumono un significato nuovo.
La cucina, la pasticceria e la panificazione non sono solo arti manuali, ma laboratori di competenze complesse: precisione, conoscenza scientifica, gestione di processi, lavoro di squadra, comunicazione e creatività.
Sono discipline in cui la mano e la mente lavorano insieme, e dove l’automazione può supportare, ma non sostituire, l’esperienza.

Chi sceglie oggi un percorso di Alta Formazione nel food investe in competenze concrete, che uniscono teoria, pratica e cultura gastronomica.
E soprattutto si forma in un settore dove la richiesta di professionisti qualificati resta alta, spinta dalla crescente attenzione alla sostenibilità, alla salute e alla qualità delle materie prime.

Food e AI: collaborazione, non sostituzione

Anche nella gastronomia, l’intelligenza artificiale sta entrando in silenzio: analisi dei flussi alimentari, controllo degli sprechi, tracciabilità, ottimizzazione dei menù, studio del comportamento dei consumatori.
Ma la vera differenza resta nel gesto umano, nel giudizio sensoriale e nella capacità di emozionare attraverso il cibo.
La tecnologia diventa quindi uno strumento di supporto, non un sostituto.

Formarsi per restare rilevanti

Il futuro del lavoro non è solo questione di algoritmi. È la capacità di trasformare il sapere in valore.
In un mondo che cambia, la formazione resta la chiave per non restare fermi.
Scegliere un percorso professionale nel food oggi significa entrare in un settore che continuerà a evolversi, ma che avrà sempre bisogno di persone capaci, curiose e consapevoli.

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Fonti:

  1. World Economic Forum, Future of Jobs Report 2025

  2. WEF, Jobs of Tomorrow: The Triple Returns of Social Jobs, 2025

  3. WEF, Future of Jobs Report 2025 — Skills Outlook 2030

  4. Stephany F., Teutloff O. (2022), AI Exposure and Labour Market Outcomes, arXiv.org

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