Un giorno ad Assisi: ecco dove mangiare
Che Assisi sia la città di San Francesco e Santa Chiara
non ci sono dubbi. Che sia anche una buona meta gastronomica, invece,
molti di più. Con l’immensa popolarità che gode fra i devoti credenti, anche all’estero,
il paesino si è cosparso di negozietti pronti a soddisfare il desiderio di ogni
turista che passi di lì: portar via con sé un ricordo più o meno autentico del
santo e della propria visita alla città.
La crescente importanza del fenomeno, che genera 5 milioni di visitatori
all’anno, si è riversata anche nel settore gastronomico il quale ha seguito –
come in tutte le città meta d’assalto – le preferenze gustative dei turisti
piuttosto che la propria cultura territoriale.
E così, fra i finti ristoranti tipici con i menu multilingua all’ingresso, si
scorgono purtroppo ancora pochi posti che valgono l’assaggio. Noi ve li abbiamo
riassunti in una giornata tipo, qualora vi capitaste di fare un
giro per la “città delle basiliche”.
COLAZIONE
Se credete che in una così piccola città non si possa trovare un dolce
tipico, vi dovete ricredere. La rocciata, un prodotto da forno umbro e
marchigiano, che a Spoleto si chiama “attorta” e a Terni “tortella”, si
assaggia in un’ottima versione (€ 4) in Corso Mazzini in centro, a pochi passi
da Piazza del Comune. Simile allo strüdel – si pensa sia nato grazie
a influenze longobarde nell’Alto Medioevo – ha come tutte le ricette secolari
innumerevoli interpretazioni che variano da città a città. Quella del Bar Pasticceria Sensi,
è un impasto a metà fra pasta sfoglia e pasta frolla – la cui ricetta è
segreta e il risultato è più consistente rispetto a quello dello strüdel
– che racchiude un ripieno di mele, marmellata di albicocche, mandorle,
noci, pinoli, uvetta e cannella. L’insegna, una delle pasticcerie tradizionali
della città aperta nel lontano 1969 e attiva anche nell’altro punto vendita in
via Fontebella, è meta anche per il brustengolo, una torta rustica di
farina gialla con mele e frutta secca, la pagnotta e i biscotti francescani, e
i brutti ma buoni.
PRANZO
Appena si mette piede all’Osteria del Corso a pochi passi dalla pasticceria sopracitata, si
sente subito l’atmosfera di trattoria: tovaglie a quadri bianche e rosse, soffitti
a volta con mattoni a vista e sedie in legno e vimini. Anche il menu parla
popolare, con una carta di 8 antipasti, 6 primi e 8 secondi, con qualche
divagazione oltre confine, soprattutto per questi ultimi. Cosa prendere? Un
piatto di antipasti a scelta fra antipasto della casa, tagliere di salumi e
formaggi e umbri e torta al testo (simile ai panigacci ma con
l’aggiunta del bicarbonato e servita farcita) con pecorino, guanciale e tartufo.
Fra i primi, altro piatto forte dell’osteria, non si può prescindere dalle mezze
maniche alla norcina, un condimento locale a base di salsiccia e panna, e
gli strangozzi, una pasta fresca umbra simili agli spaghetti alla
chitarra, da noi provati con ragù di carciofi e romanesco, un formaggio usato
in mantecatura.
CENA
L’alta cucina ad Assisi si vede con un binocolo, ma quello che si scorge
dalla lente è in alta risoluzione. Stiamo parlando del nuovo ristorante EAT Assisi all’interno del Nun Assisi Relais & SPA Museum, che
da gennaio ha accolto lo chef Emanuele Mazzella precedentemente in forza
al Vespasia, il ristorante del Relais & Chateaux Palazzo Seneca di Norcia
dove nel 2015 aveva conquistato la stella Michelin. Nel suo nuovo progetto, a
una cucina di gran livello apprezzabile per la delicatezza dei sapori,
fil rouge di tutto il menu, si affiancano dei quid, distintivi anche per un
ristorante di alta cucina. L’attenzione alla proposta liquida, che
supera il binomio vino nelle declinazioni dello spritz in formato gelèe-granita
e dell’infuso di karkadè, e l’interesse per il contorno dell’esperienza. La
collaborazione con la Bottega
Conticelli per la realizzazione delle carte dei vini in cuoio imbevuto
nel vino rosso, dei sottopiatti e dei sottobicchieri in feltro
e di un copritavolo in cuoio vegetale a raffigurare parte della città di Assisi
ne sono la prova.
A cura di Alessio D’Aguanno