Cookie Policy News Archivi - Congusto Gourmet Institute
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20 Marzo 2023

Gli eventi dedicati al settore Food

Le fiere e gli eventi del settore alimentare e gastronomico, sono un punto di riferimento per gli addetti ai lavori e per tutte le realtà che ruotano intorno al mondo del food. Abbiamo creato una piccola agenda degli appuntamenti più interessanti, quelli imperdibili. Si tratta di eventi B2B, dedicati a buyer, chef, ristoratori, aziende del food service, grande distribuzione. In queste occasioni sono presenti anche scuole di formazione, giornalisti del settore, mondo dell’editoria, per fare rete e seguire gli sviluppi che coinvolgono sempre più operatori. L’importante è segnare le date in agenda, utili anche per chi si affaccia da poco in questo ambito.

Cibus 29/30 marzo 2023

A Parma, il Salone internazionale dell’alimentazione punta a convogliare esigenze ed esperienze di produzione, industria e distribuzione attorno a un unico tavolo, per lavorare alla delineazione di nuovi scenari per il mondo del Food. Cibus Connecting Italy 2023 prevede 4 focus tematici: il meglio dell’ortofrutta fresca e confezionata nell’area “Fruit&Vegetables”, l’eccellenza italiana di “Gelato&Pastry”, le innovazioni dell’ingredientistica a base vegetale e dei prodotti ricchi in proteine con i focus “Plant Based” ed “Endurance”. In occasione dei due giorni di manifestazione, i buyers nazionali ed esteri, avranno modo di approfondire focus e temi legati ai principali trend e richieste del mercato.

Vinitaly 2/5 aprile 2023

A Verona, il quartiere fieristico, in occasione del Vinitaly, diventa il più grande centro b2b internazionale del vino italiano e non solo. Presenti oltre 4mila aziende in rappresentanza di tutto il made in Italy enologico e più di 30 nazioni straniere. Vinitaly 2023, il salone internazionale in programma a Veronafiere punta ogni edizione a rafforzare il proprio posizionamento business e di servizio a sostegno di uno dei settori tra i più strategici dell’export italiano. La 55ª edizione spingerà ulteriormente lo sviluppo e la crescita della presenza del vino italiano sui mercati internazionali.

Tutto Food 8/11 maggio 2023

A Fieramilano (Rho), TuttoFood è la fiera B2B che si rivolge all’intero settore agro-alimentare. Un punto di riferimento innovativo per l’intero mondo di produttori e distributori dei prodotti di qualità dell’intera filiera del food and beverage, che incontrano in manifestazione i buyer, distributori, importatori, GDO, negozi di prossimità, negozi gourmet, food service, Out of Home, chef. Un evento che guarda al futuro per seguire i trend di consumo e le dinamiche di mercato in ottica innovativa. Una piattaforma di business e contenuti per l’intera food community mondiale.

Merano Wine Festival 3/7 novembre 2023

A Merano, si svolge uno degli eventi enogastronomici più importanti d'Europa. Una kermesse che per l'edizione 2023 prevede la presentazione e la selezione di specialità e dei migliori vini di tutto il mondo. In programma interventi, visite guidate, degustazioni e premiazioni. il Merano WineFestival è un'osservatorio che pone l'attenzione sulle ultime novità enogastronomiche e qui si ritrovano i migliori prodotti wine accompagnati da preparazioni dei migliori chef italiani e internazionali.

Sigep 20/24 gennaio 2024

A Rimini, il Sigep è l'appuntamento professionale più importante al mondo dedicato al Gelato Artigianale e all'Arte del Dolce. L’intero settore, da più di 40 anni si riunisce nella cittadina romagnola per fare il punto sul tema innovazioni dell'intero settore. Qui si riesce ad avere una panoramica completa di tutte le novità del mercato: materie prime ed ingredienti, macchinari e attrezzature, ma anche arredamento, packaging e servizi. Sigep è anche un’occasione di incontro e scambio di idee, tendenze e visioni presentate ogni anno dai più importanti esperti e opinion leader del settore. Nelle Arene tematiche si svolgono competizioni internazionali, dimostrazioni, talk show, workshop e incontri di formazione.

Questi sono solo alcuni dei principali eventi del settore food, per il 2024 si attende anche la nuova data di Taste Firenze e di Terra Madre Salone del Gusto di Torino. Anche per chi frequenta i corsi di formazione del Congusto Gourmet Institute, come il corso professionale di cucina o il corso professionale per pasticcere visitare queste fiere è importante per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze.

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08 Marzo 2023

In sala o in cucina: cosa bisogna fare per lavorare nella ristorazione?

Lavorare-nella-ristorazione

Lavorare nella ristorazione: cosa fare per trasformare un sogno in realtà

Ti piacerebbe lavorare nella ristorazione ma non sai da dove cominciare? Se stai pensando di entrare in questo settore per intraprendere una nuova carriera o approfondire la tua esperienza, saprai che esistono tantissime figure professionali: dal cameriere al pizzaiolo, dal cuoco al sommelier, dal responsabile di sala fino al restaurant manager.

La prima cosa da chiederti per lavorare nella ristorazione è quindi quale di queste strade preferisci intraprendere. Per ognuna, ci vorrà tanta passione, impegno e dedizione: vediamo insieme alcuni suggerimenti per scegliere tra le professioni di sala e cucina!

Come orientarsi tra le professioni della ristorazione

Come in ogni settore, non esiste un percorso facile o difficile da seguire, poiché la scelta deve dipendere principalmente dalle tue passioni e dalle tue abilità.

Se sei una persona estroversa, hai una buona attitudine nelle relazioni e sei un buon comunicatore, senza dubbio sarai predisposto ai lavori di sala, tra le cui mansioni ci sono quelle di accogliere i clienti, prendere le ordinazioni, presentare le portate del menù ai commensali o gestire i reclami e le richieste speciali.

Se, invece, il tuo sogno è cucinare e ti piacciono le sfide, allora potresti scegliere di avviare un percorso per diventare pasticcere o cuoco professionista.

 

3 percorsi di formazione per lavorare nella ristorazione

 Una volta decisa la direzione da seguire, è importante assicurarti una formazione completa. Infatti, come abbiamo appena visto, le professioni sono molto diverse tra loro, ma ognuna di queste necessita di una solida base alle spalle. Ecco alcuni dei percorsi che potresti intraprendere:

  1. Corso Sala e Restaurant Management.
    Se aspiri a diventare manager della ristorazione, maître di sala o sommelier, è fondamentale conoscere le principali tecniche di servizio professionale per trasformare le tue doti manageriali e relazionali in una vera e propria professione! Grazie a una formazione ad hoc, potresti lavorare in alberghi e ristoranti di lusso, oppure diventare imprenditore nei settori dell’hospitality, della ristorazione o del bartending.

  2. Corso Cucina e Pasticceria.

    Frequentare un corso per diventare chef significa imparare a conoscere bene gli ingredienti, le varie tecniche di preparazione e l’utilizzo degli strumenti a disposizione, ma anche apprendere le basi per lavorare in una brigata professionale. A seconda che tu voglia specializzarti in cucina o pasticceria, potrai acquisire competenze specifiche e, perché no, imparare direttamente da esperti del mestiere come cuochi e pastry chef affermati.

  3. Master Polispecialistico.

    Vuoi diventare professionista del food&beverage, ma non conosci ancora la tua vocazione? Una soluzione potrebbe essere quella di intraprendere un piano di studi interdisciplinare che ti offra unaformazione a 360 gradi in cucina, pasticceria, enologia e management della ristorazione. Grazie a un percorso completo di sala e cucina, potrai ottimizzare tempo e risorse e acquisire tutte le principali competenze utili per lavorare nella ristorazione.

 

Diventa un professionista della ristorazione con i corsi di Congusto!

Se pensi che lavorare nella ristorazione sia la tua vera missione, non ti resta che trovare il percorso di studi più adatto a raggiungere i tuoi obiettivi.

Scegliendo i corsi del Congusto Gourmet Institute, potrai arricchire la tua formazione nel settore che più ti interessa: oltre ai corsi professionali di cucina e all’innovativo Master executive in discipline enogastronomiche, potrai decidere di specializzarti in pasticceria con il Corso Pastry Chef o in panificazione, con il Corso Bakery Chef.

Ogni piano di studi prevede lezioni mirate in cui si alternano teoria e pratica, per consentirti di acquisire direttamente sul campo le competenze necessarie a diventare un professionista. Inoltre, a seconda del percorso scelto, potrai imparare da una faculty di prestigio e conoscere da vicino personalità di spicco del panorama gastronomico italiano tra cui Roberto Carcangiu, Marco Pedron, Sergio Mei, Elio Sironi, Gaia Giordano, Cesare Battisti, Eugenio Boer, Ernst Knam, Corrado Scaglione, Alberto Cauzzi e molti altri.

Contattaci per ricevere ulteriori informazioni e scoprire tutti i corsi in partenza.

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17 Febbraio 2023

La cucina tradizionale milanese: a lezione (anche di sostenibilità) con lo Chef Cesare Battisti

Lo Chef Cesare Battisti del Ristorante Ratanà di Milano arriva al Congusto Gourmet Institute per tenere una lezione agli allievi del corso professionale per cuoco. I giovani futuri professionisti hanno assistito e partecipato in maniera operativa ad una lezione dedicata alla cucina tradizionale milanese. Tra gli obiettivi di Battisti prevale il voler trasmettere l'importanza degli insegnamenti del passato. Lo chef milanese ha da sempre una particolare attenzione alla stagionalità delle materie prime e al tema sostenibilità, attualizzando le ricette della tradizione. «Per un cuoco contemporaneo preparare i piatti della tradizione significa adattarsi ai tempi moderni, perché la cucina tradizionale va innovata, i piatti vanno serviti in modo contemporaneo ai palati moderni, che sono totalmente diversi da quelli di un tempo».

Portare la cucina tradizionale nel futuro per attualizzarla

Cucina tradizionale_Trippa_Cesare Battisti

«Conoscere la cucina tradizionale -spiega Battisti - è fondamentale. Per innovare un piatto e fare evoluzione, devi sapere come è stato fatto. Se non sai chi sei, non sai dove vai. Frase probabilmente abusata, ma che rende bene l’idea. Ciò che un tempo è stato innovazione, è poi diventato tradizione una volta consegnato nelle nostre mani. Oggi, noi abbiamo il dovere di innovare un’altra volta per portarlo avanti nel futuro». Chi vuole fare il cuoco per mestiere deve necessariamente partire dalle basi e imparare a realizzare i piatti tipici della cucina tradizionale. Solo successivamente potrà innovarli. La formazione gioca, quindi, un ruolo determinante lungo il percorso che porta uno studente a lavorare nel settore da vero professionista. Ma, quali sono gli elementi principali che lo chef Cesare Battisti tratta durante le sue lezioni al Congusto Gourmet Institute? «Gli aspetti da cogliere durante una mia lezione – prosegue lo chef del Ratanà - sono sicuramente l’amore e una certa sensibilità che ci mettiamo per fare un piatto. Doti da possedere, sviluppare e portare avanti nel percorso professionale. Cucinare significa creare relazioni intime con i tuoi ospiti e anche con i colleghi. Cucinare qualcosa che un’altra persona mangia non solo è un atto d’amore, ma anche un atto di responsabilità sociale».

Rispetto per la cultura culinaria del passato

Lo chef Cesare Battisti ha deciso di realizzare insieme agli allievi del Campus milanese, una serie di piatti di chiara ispirazione lombarda. A partire da un grande classico come la trippa. Una ricetta a base di centopelli e fagioli borlotti. Poi ha messo in menu i mondeghili, classiche polpette di recupero. Mentre, per i piatti dedicati ai vegetali, ha proposto la preparazione della zucca arrosto. Un piatto realizzato per valorizzare il gusto delle verdure di stagione, che vede tra gli ingredienti le mandorle al cubo: mandorle pelate, burro di mandorle e latte di mandorle. Chef Battisti è stato tra i primi protagonisti a sdoganare e nobilitare l’uso del quinto quarto in cucina, relegato per tanto tempo solo ad uno scarto.

La sostenibilità energetica in cucina

Cucina tradizionale_Cesare Battisti

Lo chef Battisti ha poi sottolineato quanto la ristorazione si classifichi come un settore con largo uso di energia, quindi risulta necessario innescare un circolo virtuoso a partire dalla formazione. «È chiaro dunque - ha specificato lo chef - che sia necessario per i ristoratori andare incontro a soluzioni energicamente sostenibili, sia per una questione ambientale che economica. Questo implica non solo un utilizzo di attrezzature con classi energetiche più alte, l’acquisto delle quali ha goduto negli ultimi anni di forti incentivi, ma anche di una formazione del personale del ristorante, che deve essere educato a comportarsi in modo responsabile per evitare sprechi e perdite. Anche la scelta dei propri fornitori gioca un ruolo fondamentale in questo ambito. Il nostro settore deve dirigersi man mano verso la predilezione di produttori che utilizzano pratiche energicamente sostenibili, parliamo quindi di colture idroponiche, sistemi agrofotovoltaici, utilizzo di bioenergia sostenibile, per citarne alcune. Infine, imprescindibile è educare e sensibilizzare il consumatore finale, nel nostro caso i clienti che si siedono nel nostro ristorante, cosicché sia informato su cosa sta mangiando e da dove deriva, per indirizzarlo verso una scelta sempre più consapevole.

Per i giovani allievi della scuola è un'opportunità importante questo confronto con grandi professionisti del settore, che fanno arrivare  in aula l'esperienza quotidiana in cucina, un elemento in più che si inserisce nel percorso di formazione che porta verso l'ingresso nel mondo del lavoro di giovani leve sempre più consapevoli.

A cura della redazione

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14 Febbraio 2023

Dieta Mediterranea e Ristorazione Collettiva: a Roma un convegno per promuovere cultura e consapevolezza

Fu il medico americano Ancel Keys il primo a dimostrare l'efficacia in maniera scientifica della Dieta Mediterranea dichiarata dall'Unesco “Patrimonio morale e immateriale dell'umanità”. Pane, pasta, frutta, verdura, tanti legumi, olio extravergine di oliva, pesce e poca carne. Questi gli alimenti su cui si basa quell’intuizione nata negli anni ’60 del secolo scorso. A supportare i molteplici benefici sostenibili della dieta Mediterranea nella ristorazione collettiva arriva il primo convegno promosso da: Forum Mediterranean Food Cultures, Risto Cloud, R.C. Food Consulting, Ciheam Bari e Sapienza Università di Roma in collaborazione con Congusto Gourmet Institute, primo campus culinario di Milano dove si formano i futuri professionisti in campo gastronomico. Il convegno dal titolo La ristorazione collettiva come strumento culturale per promuovere la Dieta Mediterranea è previsto a Roma il 24 febbraio, a Palazzo Ferrajoli in Piazza Colonna (dalle 9,30 alle 15) e si prefigge di attivare le necessarie sinergie per promuovere la ristorazione collettiva da semplice erogatore di servizi a strumento culturale di educazione e formazione. E lo farà attraverso un programma di incontri istituzionali e scientifici, progetti di ricerca, formazione ed educazione, eventi di promozione e campagne di comunicazione.

Ristorazione Collettiva e Dieta Mediterranea: dialogo e confronto

Il Convegno sarà il primo di una serie di momenti di dialogo e confronto tra esperti, altamente qualificati e rappresentativi delle realtà italiane operative nei settori della ristorazione collettiva, della dieta Mediterranea e del Made in Italy che collaborando insieme potrebbero diventare un asset strategico vincente per il Paese su cui puntare e fare investimenti. La Ristorazione collettiva italiana racconta l’alimento come parte di un sistema positivo, di una tradizione storica culturale, della tradizione alimentare della Dieta Mediterranea, portato avanti da tante imprese italiane innovative e virtuose. Il convegno dà seguito al side-event “La ristorazione collettiva come strumento culturale per promuovere la dieta Mediterranea: Gusto, qualità, cucina, territori, innovazione, tracciabilità, spreco alimentare, valore del cibo”, tenutosi nell’ambito della 3° Conferenza Mondiale sulla Rivitalizzazione della Dieta Mediterranea, organizzato dal CIHEAM Bari, nel Settembre 2022.

L’importanza della ristorazione collettiva italiana

Dalla ristorazione collettiva passano le scelte alimentari di milioni di italiani contando le mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, luoghi nodali di educazione alimentare, in cui poter fare cultura e formazione sulla corretta alimentazione rappresentata dalla dieta mediterranea. La ristorazione collettiva opera lungo l’intera filiera agroalimentare e può condizionarla in maniera significativa, impattando significativamente tutte le dimensioni della sostenibilità alimentare, riassumendo un ruolo preponderante con la sempre maggiore tendenza a mangiare fuori casa per motivi di lavoro e per piacere. L’opinione dell’utenza relativamente alla ristorazione collettiva (soprattutto istituzionale) è sostanzialmente negativa, mentre invece può assumere un ruolo determinante come strumento per favorire nell’utenza un comportamento alimentare più corretto associato alla dieta mediterranea e al miglioramento della sostenibilità complessiva della filiera agroalimentare italiana.

Gli interventi

Intervento istituzionale da parte del Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste.
Maurizio Raeli, Direttore CIHEAM Bari
Felice Adinolfi, Università di Bologna, Direttore Centro Studi Divulga
Claudio Campion, Direttore commerciale Ristocloud Group Roberto Capone, Amministratore Principale, CIHEAM Bari
Roberto Carcangiu, Presidente, Associazione Professionale Cuochi Italiani
Daniele Comelli, Direttore Foodcomm, Creative Food Comunication
Sandro Dernini, Presidente, Forum on Mediterranean Food Cultures
Lorenzo M. Donini, Direttore, Unità di Ricerca in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, Sapienza Università di Roma
Eleonora Luzi, Scientific Advisor, Pedevilla S.p.A
Carla Parolari, Vice Presidente Rete Nazionale Istituti Alberghieri

Cultura della Dieta Mediterranea: il ruolo della formazione

"Si tratta dell'inizio di un lungo percorso culturale molto articolato - spiega lo chef Roberto Carcangiu, tra gli organizzatori del convegno - che deve partire dalle scuole, dunque dalle mense scolastiche, poi da quelle ospedaliere e aziendali per fare informazione sulla corretta alimentazione e creare consapevolezza per generare un comportamento più virtuoso. Il tema coinvolgerà anche la formazione delle future generazioni di cuochi". Ecco perché tra i partner dell'iniziativa c'è il Congusto Gourmet Institute, che vanta nella sua offerta formativa tre sessioni annuali del corso professionale per cuoco, volto a preparare le nuove leve della ristorazione italiana.

convegno dieta mediterranea

Foto in apertura: Roberto Carcangiu, promotore del Convegno e Direttore Didattico del Congusto Gourmet Institute 

A cura della redazione

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08 Febbraio 2023

Identikit dell’hospitality manager: cosa fa e come diventarlo

Hospitality manager-cosa fa

Chi è l’hospitality manager, cosa fa e quali sono i suoi compiti

Vorresti fare carriera nel settore alberghiero e della ristorazione e stai cercando di capire come diventare un hospitality manager di successo?

Nell’ambito del turismo e dell’hôtellerie, questa figura è fondamentale per gestire e coordinare le attività aziendali. Si tratta, infatti, di un professionista in grado di dirigere tutte le mansioni di una struttura ricettiva per garantire la soddisfazione dei clienti e il successo dell’impresa.

Ma chi è nello specifico l’hospitality manager e cosa fa di preciso? Scopriamolo insieme!

Hospitality manager: cosa fa e che ruolo svolge all’interno di una struttura ricettiva?

Essendo una figura indispensabile nella gestione e organizzazione di una struttura ricettiva, l’hospitality manager dovrebbe avere una solida conoscenza del settore turistico ed essere capace di abbracciare diversi ambiti del mestiere.

Non a caso, a seconda della struttura di riferimento (albergo, ristorante, hotel di lusso, ecc.) questa professione si declina spesso in ruoli più specifici come ad esempio il maître o il manager di sala. In questi casi, è importante:

  • saper gestire e coordinare i servizi di sala e ristorazione, prendendosi cura del cliente;
  • avere un’adeguata conoscenza del funzionamento e dei ruoli all’interno di un ristorante e di un hotel;
  • possedere competenze tecniche, economiche e normative relative alle filiere dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera;
  • utilizzare efficacemente le tecniche di comunicazione verso il cliente per ottimizzare la qualità del servizio;
  • possedere ottime doti relazionali e dirigenziali.

Ecco come diventare un hospitality manager con i corsi di Congusto!

Ora che sai di più sulla figura dell’hospitality manager, cosa fa, quali sono le mansioni generali e i requisiti che dovrebbe avere, avrai certamente capito che per diventare un professionista del settore è richiesta tanta pratica, ma soprattutto tanta formazione.

Come abbiamo visto, infatti, le competenze richieste per diventare un hospitality manager sono diverse e spesso di carattere specialistico e settoriale. Se ti stai quindi chiedendo come diventare manager nel settore della ristorazione, ti consigliamo di dare uno sguardo al Corso per manager di sala del Congusto Gourmet Institute.

Il piano di studi prevede delle lezioni dedicate a diversi argomenti di settore tra cui Ospitalità, Management della ristorazione, Galateo del servizio e molto altro.

Che tu sia all’inizio di nuovo percorso o abbia voglia di migliorare la tua formazione, scopri i corsi professionali in partenza e non lasciarti sfuggire l’occasione di fare carriera!

Contattaci per saperne di più.

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18 Gennaio 2023

Marco Pedron è il nuovo Direttore Didattico di Pasticceria al Congusto

Benarrivato, Marco Pedron! Il pasticcere milanese diventa Direttore Didattico

Novità al Congusto Gourmet Institute: è il momento di dare il benvenuto al Pastry Chef Marco Pedron, a cui è affidato il ruolo di Direttore Didattico dell’area Pasticceria e l'attività di consulenza per i progetti speciali della scuola.

Il Pastry Chef milanese, già docente del Campus in occasione di corsi e masterclass tematiche, d'ora in poi seguirà lo sviluppo del programma di formazione, l'ideazione di nuovi format educativi per la pasticceria e l'implementazione del progetto della nostra Bakery Didattica

Ma chi è Marco Pedron? Scopriamo più da vicino la sua storia professionale e il ruolo che rivestirà all’interno dell’Istituto.

Chi è Marco Pedron e cosa farà in qualità di Direttore Didattico di Pasticceria

Classe 1981 e meneghino doc, Pedron comincia a lavorare nel settore della ristorazione sin da ragazzo e, dopo le prime esperienze in sala e in cucina, asseconda la sua passione per la pasticceria diventando presto un Pastry Chef di successo. 

Dopo aver affiancato grandi nomi della cucina come Paola Budel e Omar Allievi in qualità di capo partita pasticceria al Principe di Savoia e gestito le pasticcerie di Luigi Biasetto a Bruxelles, Pedron torna a Milano dove assume il ruolo di executive per Rocco Princi. É proprio a Milano che incontra Carlo Cracco e diventa Head Pastry Chef del Café Cracco In Galleria. 

Oggi Pedron è impegnato come consulente e ideatore di nuovi progetti per aziende del settore e dedito con grande slancio alla formazione di nuove generazioni di pasticceri professionisti. 

In Congusto, infatti, il maestro assume un ruolo che lo vedrà dedicarsi a 360° alla crescita delle nuove generazioni di professionisti. Dopo anni di esperienza sul campo, è arrivato il momento giusto per occuparsi anche della formazione dei pasticceri di domani, attraverso l'insegnamento e l'orientamento nel mondo della pasticceria contemporanea. 

«La piena sintonia sia professionale che umana, ci vede entusiasti di questa nuova collaborazione - racconta Daniel Stoico, Co-Founder & Executive Director di Congusto Gourmet Institute - Il contributo che apporterà al Campus il Pastry Chef Marco Pedron sarà fondamentale per solcare strade alternative, sviluppare punti di vista differenti e dare vita a nuovi concept. Tutta l'esperienza di Marco, il suo bagaglio professionale arricchitosi sia in Italia che all'estero, fatto anche di gestione di grandi numeri, management di pasticcerie, oltre che di creatività ed eccellenza, darà un’ulteriore svolta alla formazione di Congusto in ambito pasticceria».

Perché studiare pasticceria al Congusto Gourmet Institute con Marco Pedron

«Ritengo che la formazione sia un momento molto importante nella carriera dei nostri allievi - spiega Marco Pedron - voglio occuparmi della loro preparazione tecnica, ma con una particolare attenzione al fattore umano. Un percorso che parte dal trasmettere basi e tecniche solide, ma che punta al coinvolgimento e all'interazione del singolo, con l'obiettivo di stimolare la curiosità e spingere i giovani allievi ad approfondire e sperimentare. La formazione è decisamente nelle mie corde. In passato ho formato tante persone nei laboratori, ora è arrivato il momento di cogliere questa occasione frutto del rapporto di grande stima e fiducia reciproca con i fondatori del Congusto Gourmet Institute, che nasce da un'amicizia costruita nel tempo».

Tra gli altri temi che stanno molto a cuore a Marco Pedron, c'è l’inserimento professionale, da sempre uno dei pilastri del Congusto Gourmet Institute. Insieme al CEO & Founder Federico Lorefice, infatti, selezionerà le migliori realtà, tra pasticcerie e strutture ricettive con l'obiettivo di instaurare partnership preziose per poi indirizzare gli allievi agli stage formativi finalizzati all’impiego, che si tengono al termine del periodo d'aula del Corso di Pasticceria Professionale.

Vuoi sapere di più su chi è Marco Pedron e sul perché studiare pasticceria da un grande maestro come lui? Visita il sito e scopri tutti i vantaggi della nostra offerta formativa.

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09 Gennaio 2023

Menù di San Valentino: ecco perché cucinare in coppia!

Cucinare in coppia

Felicità e amore ai fornelli: tutti i vantaggi del cucinare in coppia

Secondo i ricercatori, cucinare in coppia sarebbe letteralmente una vera e propria terapia conosciuta anche come share cooking therapy. Non a caso cucinare insieme è un momento chiave per trovare la giusta intesa e aumentare il feeling.

Di solito, infatti, le coppie più felici sono quelle che si intrattengono in esperienze condivise e gratificanti, come realizzare piatti deliziosi e originali fianco a fianco.

Che ne pensi, dunque, di proporre alla tua dolce metà di cucinare in coppia in occasione di San Valentino? Ecco 3 motivi per farlo.

3 motivi per cucinare in coppia il giorno di San Valentino

Spesso si cerca il regalo più adatto da scartare nel giorno degli innamorati, ma se questa volta fosse un momento da condividere insieme per mettere in gioco passione, gusto e divertimento tra fiamme e padelle?

Si dice che il miglior regalo da fare alla persona che amiamo sia il nostro tempo: ecco, allora, tre motivi per cucinare in coppia a San Valentino:

  1. Comunicare.
    Cucinare in coppia
    vuol dire soprattutto comunicare le proprie intenzioni non solo a parole, ma anche con gesti e sguardi. Stare insieme in cucina, infatti, migliora il dialogo, aumenta la serenità e rafforza la sintonia tra i due. Il consiglio è quello di accompagnare il partner nelle fasi di preparazione, creando così un’atmosfera rilassante e partecipativa.
  2. Divertirsi.
    Realizzare una buona pietanza senza prendersi troppo sul serio è utile a stimolare l’estro, la fantasia e la creatività. Cucinare in coppia, quindi, potrebbe essere l’occasione giusta per apprendere insieme le principali tecniche di cucina e realizzare piatti sfiziosi e originali, o anche per mettersi in gioco nella creazione di ricette nuove e mai provate prima. 
  3. Condividere.
    La felicità, si sa, è legata alla condivisione: potreste provare a cucinare insieme il vostro piatto del cuore, oppure scegliere i gusti che avete in comune e mixare gli ingredienti preferiti di entrambi per sperimentare ricette inedite e personali.  Scoprire, così, di saper creare insieme qualcosa di unico e gustoso!

Come realizzare un menù romantico per due a regola d’arte

Organizzare un menù romantico per San Valentino può essere quindi divertente e gratificante se decidi di cucinare insieme al tuo partner. Una perfetta cena per due, per essere completa e permetterti di trascorrere abbastanza tempo dietro ai fornelli insieme alla tua dolce metà, dovrebbe avere dalle 3 alle 5 portate. Hai bisogno di consigli?

  • Iniziate con un antipasto leggero e gustoso;
  • Scegliete un piatto principale che sposi i gusti di entrambi;
  • Decidete se preparare anche un secondo e aggiungete un contorno per completare la portata;
  • Terminate con un dolce romantico, magari da condividere;
  • Non dimenticate di accompagnare il pasto con bevande adatte come bollicine, vino o cocktail (anche analcolici!).

Quando si cucina in due, è importante pianificare in anticipo e decidere chi farà cosa. Potreste anche scegliere di realizzare insieme tutte le portate, condividendo il carico di lavoro e dividendovi i compiti durante ogni preparazione.

Scopri il piacere di cucinare in coppia con i corsi Congusto!

Abbiamo appena visto come cucinare in coppia sia importante non solo per aumentare l’empatia, ma anche per condividere la soddisfazione di un piatto ben riuscito.

Se, dunque, vuoi fare un regalo alla persona che ami, perché non sorprenderla con uno dei tanti corsi di cucina del Congusto Gourmet Institute?

Visitando il nostro sito, potrai scegliere ad esempio il corso su come creare una cena per due, oppure optare per le lezioni dedicate ai brunch da preparare in coppia.

Se invece sei in cerca di qualcosa di più elaborato potresti seguire il corso per amanti dei lievitati “Pane, amore e fantasia”: l’intero modulo è pensato per la preparazione di impasti a quattro mani, con un programma dedicato alla realizzazione di focacce, grissini, pane e piadine.

Tutti i corsi possono essere acquistati o regalati: crea la tua Gift Card per stupire chi ami, oppure contattaci per saperne di più.

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17 Dicembre 2022

Marco Pedron: il mio Natale del futuro

Il Natale di Marco Pedron

«L’esperienza è un aspetto determinante», spiega Marco Pedron, pasticcere pluripremiato che esce dal laboratorio per dedicarsi alla ricerca e alle consulenze in ambito arti bianche. Mette in campo tutta la sua conoscenza, fatta di pratica ed esercizio quotidiano e da "battitore libero" presenta uno studio dedicato ai prodotti Natalizi in occasione del primo seminario organizzato da APEI (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana) tenutosi lo scorso novembre. L’ex Head Pastry Chef di Carlo Cracco propone una versione decisamente poco convenzionale del panettone, il più classico dei grandi lievitati delle feste e un altrettanto insolito soggetto natalizio. «Il tutto nasce da una provocazione e prima ancora da una riflessione, spiega Pedron. Sembrerà strano che un prodotto natalizio non abbia alcun simbolo che riconduca al Natale. Del resto, quest’anno, complice l’arrivo del freddo in ritardo, le considerazioni sul surriscaldamento globale e tutti i temi che ruotano intorno ai cambiamenti climatici, i panettoni e i vari soggetti natalizi sono arrivati molto tardi nelle vetrine delle pasticcerie e sugli scaffali della grande distribuzione. Ecco perché ho accompagnato il panettone e un classico soggetto natalizio come la stella, con foglie rosse d’acero e una targhetta piuttosto esplicativa “keep calm Santa is coming”. Un po’ per gioco e un po’ per spingere verso un ragionamento che va a contestualizzare nella realtà che ci circonda ciò che noi professionisti del dolce facciamo».

I grandi classici natalizi reinterpretati da Marco Pedron

Il panettone ha un impasto al cioccolato Valrhona, amarene, mosto di visciole e gianduia al latte. «L’aver inserito il mosto cotto di visciole, che perde la sua base alcolica, mi ha aiutato – precisa il Maestro pasticcere – ad avvicinare l’impasto all’acidità piuttosto spiccata delle amarene in sciroppo leggero di Agrimontana, richiamando proprio quelle red forest notes». Lo studio e la ricerca di Pedron si è poi spostata verso i soggetti in cioccolato. La stella racchiude un ripieno voluttuoso di cremino al caffè, nocciola tostata e leggermente affumicata, aromatizzata con noce moscata. Quale occasione migliore, dunque, per approfondire determinate tematiche e analizzare le nuove frontiere della pasticceria contemporanea, con proposte apparentemente meno popolari e potenzialmente rivolte a palati più raffinati e allenati.

Ph credits: Guido Pedron

A cura della redazione

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15 Dicembre 2022

Quali sono le 10 tecniche di base in cucina che ogni cuoco deve conoscere?

Tecniche di base in cucina

Tecniche di base in cucina: ecco quali apprendere per una formazione eccellente

Sei all’inizio della tua carriera e vorresti imparare bene le principali tecniche di base in cucina? Come ogni formazione che si rispetti, anche tra fiamme e padelle è necessario conoscere l’ABC dei processi di cottura e di preparazione degli alimenti.

Ci sono tantissime tecniche di base in cucina che permettono di realizzare piatti equilibrati e dal gusto eccellente, ne abbiamo selezionate alcune.

Ecco, dunque, 10 tecniche imperdibili per preparare le tue prossime portate.

10 tecniche di base in cucina da conoscere assolutamente

Se è vero che l’inizio di ogni buon cammino parte con il piede giusto allora è anche vero che, se vuoi imparare a cucinare in modo professionale e diventare un vero chef, è necessaria una formazione che includa le più importanti tecniche di base in cucina. Vediamole insieme:

1. Marinatura. Molto usata nella preparazione di pesce, carne e verdure, questa tecnica serve sia ad ammorbidire e insaporire gli alimenti prima di cuocerli, sia in sostituzione alla cottura stessa. Si immerge, quindi, il cibo in un composto fatto di spezie, olio, aceto o succo di limone (ma anche vino o birra) e lo si lascia riposare per un determinato periodo di tempo.

2. Cottura al cartoccio. Con questa tecnica è possibile cuocere la maggior parte degli alimenti, purché siano chiusi all’interno di un “pacchetto” che ne conserva profumi e sapori. Il cartoccio può essere realizzato, per esempio, in alluminio, con la carta da forno o con le foglie di verdure.

3. Mantecatura. Dal termine spagnolo “manteca” che significa burro, questo procedimento viene usato soprattutto con il risotto, il quale, una volta tolto dal fuoco, viene mantecato, per l’appunto, con burro o formaggio.

4. Arrosto. Un buon arrosto sfrutta, di solito, la creazione di aria calda attraverso l’uso di calore secco che arriva direttamente al cibo. Si tratta di un calore irregolare che raggiunge almeno i 150 centigradi e che agisce su carne, pesce, patate o altri ingredienti, per donare alle preparazioni un gusto davvero inconfondibile.

5. Flambage. Letteralmente significa “dare alle fiamme” e in questo caso, per poterlo fare, occorre un liquore o un distillato molto alcolico da scegliere in base al gusto che si vuole ottenere. Essendo, dunque, una tecnica piuttosto spettacolare, spesso viene eseguita direttamente davanti agli ospiti.

6. Affumicatura. Anche in questo caso la parola suggerisce il processo: si tratta di affumicare gli alimenti con il fumo che deriva dalla combustione del legno. In origine serviva a mantenere il cibo più a lungo, oggi serve per conferirgli anche un aroma diverso.

7. Cottura sottovuoto. Gli alimenti, qui, vengono sigillati in un sacchetto chiuso ermeticamente (privo di aria all’interno) e immersi nell’acqua con una temperatura compresa tra i 65° e i 95°, oppure in un forno a vapore. I vantaggi legati a questa tecnica sono numerosi: gli alimenti, infatti, non diventano asciutti e mantengono il loro sapore; durano più a lungo; risultano cotti in modo uniforme e il procedimento si presta ad essere più facile e veloce di molti altri.

8. Brasatura. Un tempo il verbo “brasare” serviva a indicare la cottura dei cibi con la brace, senza il contatto diretto con la fiamma. Questa tecnica, ora, la si applica principalmente alle carni rosse e prevede due fasi: nella prima si fa rosolare l’ingrediente e nella seconda lo si immerge in un liquido a base di vino, aceto o latte.

9. Gratinatura. Per rendere croccante una pietanza, questa è la tecnica giusta! Si cosparge il cibo di pangrattato, olio, prezzemolo o altre spezie e si inforna il tutto per qualche minuto.

10. Stufatura. Una tecnica come questa implica sia il soffritto che la bollitura del cibo. Di solito, infatti, prima si soffrigge l’ingrediente (carne o verdura) e poi si aggiunge la parte liquida (brodo o acqua) per una cottura lenta e a fuoco molto basso.

Come imparare le tecniche di base da usare in cucina con i corsi Congusto

Abbiamo accennato ad alcune delle tecniche di base in cucina, ma per conoscere a fondo questi metodi di cottura e diventare uno chef dalla formazione impeccabile è necessario molto studio e tanta pratica. Perché allora non iscriverti a uno dei corsi del Congusto Gourmet Institute?

Se sei alle prime armi, sul nostro sito potrai trovare diversi corsi di cucina amatoriale, come il Corso di cucina base, dedicato a chi desidera acquisire le conoscenze fondamentali nella scelta e gestione degli alimenti e nella loro conservazione, presentazione e preparazione.

Oppure, se il tuo obiettivo è quello di accrescere le tue competenze per diventare un vero chef, tra i vari corsi di cucina professionale, potrai scegliere il Corso per diventare cuoco che permette di costruire le basi di una solida cultura gastronomica, insieme alla presenza di chef rinomati e pluripremiati.

Scopri i percorsi di formazione disponibili, scegli quello che fa per te e impara insieme a noi le principali tecniche di base da usare in cucina!

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13 Dicembre 2022

Il Moscato di Scanzo: un prodotto che stupisce

Il Congusto Gourmet Institute ha ospitato nel suo auditorium un evento di settore dedicato al Moscato di Scanzo. Il Consorzio che rappresenta i produttori e i viticoltori della provincia bergamasca, ha invitato professionisti e addetti ai lavori ad una giornata di degustazione e confronto su questo vino definito unico e raro. Con la Masterclass di approfondimento del 22 novembre si è voluto porre l’accento sia sul vitigno che sulla zona di produzione della piccola DOCG bergamasca.

Una Masterclass per professionisti

Moscato di Scanzo

A condurre la doppia degustazione di vini pensata per chi lavora nel settore food&beverage, è intervenuto l’esperto sommelier Federico Bovarini. La giornata, che è stata suddivisa in due sessioni di degustazione guidata ha visto prima una presentazione di tre cru del territorio di Scanzorosciate, tre moscati provenienti ognuno da una cru diversa e successivamente una degustazione di tutti i Moscato di Scanzo dei consorziati partecipanti. Un’occasione per approfondire le specificità di questo prodotto dalla forte identità e dal gran potenziale. Un passito versatile e facilmente abbinabile a formaggi o carni, dall’aperitivo al dessert, così come dimostrato durante il momento dedicato ai piccoli abbinamenti con golosi prodotti gastronomici. «Siamo davvero soddisfatti dell’accoglienza ricevuta al Congusto Gourmet Institute – afferma Francesca Pagnoncelli Folcieri, Presidente del Consorzio di tutela del Moscato di Scanzo – le sessioni sono state un’occasione importante di confronto e discussione stimolante con addetti ai lavori, distributori e giornalisti di settore. Sono nati molti spunti e il nostro obiettivo, come Consorzio, è stupire. Vogliamo far conoscere e assaggiare questo prodotto che negli anni si è evoluto, è più facile da comprendere e ha meno zuccheri residui rispetto al passato. Emergono di più le caratteristiche del vitigno ed è molto più versatile, quindi va giustamente valorizzato»

Il Moscato di Scanzo: il territorio

Moscato di Scanzo

Le origini del Moscato rosso scanzese sono antiche e legate a nobili tradizioni. Nella zona ci sono riferimenti a coltivazioni di una vite che dava un’uva dal sapore particolarmente aromatico già all’epoca dei greci, dei Celti per arrivare ai Romani. Il territorio di Scanzorosciate è una zona viticola di collina alle pendici delle Prealpi Orobiche, un’area dove vige un microclima molto favorevole. I vigneti arrivano a 300-500 metri di quota sul livello del mare, su un’area di soli 31 ettari, in un terreno dall’alta mineralità caratterizzato dalla presenza di una roccia molto dura e resistente, il Sass de Luna. Questa conformazione conferisce quelle particolari caratteristiche all’uva, profumi e aromi intensi che poi si ritroveranno nel Moscato di Scanzo. «Non si tratta certo di un prodotto facile da reperire – spiega la presidente del Consorzio -  è e resta di nicchia. A Milano, per esempio, si trova presso alcuni ristoranti, come il Joia, Andrea Aprea Ristorante, Terrazza Gallia o Ristorante Berton, solo per citarne alcuni. L’ideale è visitare il territorio di produzione e andare a cercarlo nelle cantine. Una bella occasione è la Festa del Moscato che il Consorzio organizza ogni anno a inizio settembre per celebrare l'eccellenza di questo pregiato passito e del suo territorio».

Il Consorzio Moscato di Scanzo

Quella del Moscato di Scanzo è la seconda DOCG più piccola d’Italia. I diciannove soci che appartengono al Consorzio realizzano con passione e competenza piccole produzioni di nicchia, che diventano simbolo di un’identità territoriale forte e riconosciuta. Ed è proprio questa identità ad alta vocazione vitivinicola che il Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo s’impegna a tutelare e a promuovere anche con eventi come questo tenutosi in collaborazione con il Congusto Gourmet Institute che ha messo a disposizione lo spazio per eventi e il suo know-how tecnico-organizzativo per la gestione di ogni aspetto della Masterclass.

 

A cura della redazione

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